Piedi

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Effetti collaterali alla notizia di trasferimento

martedì 19 marzo 2013

Malesia


Marito aveva bisogno di staccare la spina, esaurito da un anno di lavoro senza interruzione, un mese fa ci ha comunicato che senza il miraggio di una pausa vacanziera stava rischiando di “battere i coperchi” (per i non piemontish speakers: uscire di testa).
In effetti il poveretto a Natale ho trascorso meta` dei suoi giorni immobilizzato nel letto da una forma influenzale che, oltre a renderlo fuori uso come padre, marito e amico, gli aveva pure fatto venire il sangue alla testa per il semplice motivo che si e` dovuto astenere per tutto il periodo dal far bagordi culinari di prodotti italici!
Inoltre le vacanze estive dello scorso anno per lui “non sono state vacanze” mi ha detto una sera. “Ho dovuto fare l`animatore turistico, l`autista, il traslocatore, ecc..per farvi piacere la Cina”.
In verita` non siamo stati semplici ne io ne i bambini lo ammetto e lui ha mostrato di saper mantenere in rotta la barca anche se, qualche volta, la tentazione deve esser stata quella di lasciarci andare alla deriva...solo che ce lo saremmo trascinati dietro, mica poteva pensare di saltar giu` come Schettino!
In sostanza ha prenotato una vacanza in fretta e furia, come piace fare a lui. Meta prescelta: Malesia. Benissimo! Cosi` finalmente potro` vedere coi miei occhi quei posti meravigliosamente esotici ed anche un po`umidicci che appiccicavano la camicia bianca al torace di Sandokan (ero adolescente ai tempi quindi me lo ricordo bene).
Fanciulle, di lui neanche l`ombra. Non che pretendessi di incontrarlo in persona, anche perche` non so quanti anni potrebbe avere, ma sappiate che quel genere di uomo non “cresce” in quella terra. Neppure uno straccio di erede, pronipote o chesso` io, insomma la tigre di Mompracen non si e` riprodotto li.
Il popolo malese maschile e femminile ha lo sguardo mite di una pecora, altro che tigrotti della Malesia, altezza media di un alunno di quinta elementare e stazza del como` di mia nonna che ovunque lo sposti rimane ingombrante.
Mi scuseranno i malesi ma dovevo chiarire alle mie amiche che ci hanno prese in giro! Ed ora che si viaggia la verita` vien fuori. Le donne invece sono tutte bellissime, anche se un po` bassine hanno capelli neri e lunghissimi e occhi melliflui.
Bene, il viaggio e` stato bellissimo ed anche imprevedibilmente avventuroso. Secondo i piani dovevamo partire il sette, venerdi` sera. Al mattino tardi di giovedi mi chiama marito e con il tono di una sirena portuale mi urla che spera io abbia fatto le valige perche il volo e’ alle 0,45. Ma come e`possibile? Nella mia concezione quella e` giovedi` notte. Va beh, tralasciando le improperie aggiunge sempre urlando che in Malesia ci sono forti tensioni coi filippini e che se le stanno suonando di brutto. Il console malese lo ha chiamato col suo cellulare per avvisarlo che se volevamo partire dovevamo pero` rimanere all`interno di Kota Kinabalu. Gli scontri sono ad un centinaio di chilometri da li.
Per assicurarsi di aver messo le cose in chiaro il console ci scrive riportando quanto detto al cellulare per filo e per segno aggiungendo che sta a noi decidere. Sembra piuttosto preoccupato. Che fare?
Chiamiamo i nostri amici che sono in Asia da un decennio, si attivano immediatamente come solo un`italiano sa fare, con creativita`. Bene, chi puo` avere il polso reale della situazione? I cuochi dell`isola. Certamente ci saranno ristoranti italiani nel Borneo. Telefonano ad un paio, tale Salvatore e tale Giuseppe. Li svegliano perche` stanno riposando dopo il lavoro notturno ma al richiamo della parlata italiana si destano senza alcun problema. Dopo una lunga consultazione giungono alla medesima risposta.
Il loro consiglio e` di partire e noi che siamo piu` de panza che di cervello... partiamo.
Fare le valige in fretta e furia e` molto meno stressante che avere tutto il tempo per riflettere su cosa portare. Parti sapendo che non avrai molte cose e quindi sei rassegnata all`idea che magari se piove avrai solo le infradito per affrontare le pozzanghere o se tira il vento non avrai la sciarpa ma un pareo floreale da avvolgerti al collo e cosi` via...d`altro canto non sei la perla di Labuan e non hai bisogno dei suoi numerosi bauli no?
Dopo lo scalo a Kuala Lumpur atterriamo a Kota Kinabalu dove sulla pista troneggia un enorme aereo militare, dico ai bambini che gli uomini armati stanno facendo delle esercitazioni e metto su un`espressione da sfinge di tutto rispetto.
A parte qualche caccia che sorvola l`isola in continuo nei giorni seguenti non abbiamo avuto problemi. Abbiamo evitato Sandakan (nome che ha ispirato a Emilio Salgari la famosa opera scritta interamente inchiodato alla poltrona del salotto di Corso Casale, Torino, incredibile!)e qualche giro nell`interno ma tutto sommato abbiamo visitato parecchio comunque.
A movimentare un po` la vacanza ci ho pensato io. Ormai mi ero ficcata in testa che stavamo vivendo un`avventura e quindi ho creato un po` di pathos, in maniera fantozziana ma questo e` un dettaglio.
In breve:il terzo giorno facciamo una gita all`isola di Manukan che dista circa venti minuti di barca da dove siamo noi. Contattiamo un ragazzo, un organizzatore locale un po` naif, il nome ce l`hanno suggerito degli amici stati qui qualche mese fa.
Han, cosi si chiama il giovane baldo dice che non partiremo dal porto locale. Bene da dove allora? Mah dice ora vediamo...Vediamo cosa scusa? Mica si improvvisa un porto cosi in quattro e quattro otto. Sorride sornione e fa un po` di telefonate. “Ok ho trovato la barca, andiamo ad una altro porto”. Io non ne ho visti di altri, sara’...arriviamo in una stradina che conduce ad un molo improvvisato. Si tratta di una serie di lamiere abilmente incastrate che formano un ponte che conduce ad alcune barchette.
Ado e` elettrizzato, pieno di energia e spera che il mare si agiti ancora un po` per rendere la traversata piu` eccitante. Maria salta tra una lamiera ed un tronco d`albero adagiato nel mare, se non azzecca il salto si becchera` il tetano, Marito finge sicurezza rispetto alla scelta di farci organizzare il tour da Han, mentre io e Acciuga siamo visibilmente preoccupati per non dire terrorizzati alla vista delle zattere ormeggiate davanti a noi. Scatta il rosario, mentalmente tra l`altro, neppure sussurrato, perche` qui la maggior parte dei malesi e` musulmana e siccome sono gia`abbastanza incazzati coi filippini meglio non dargli altri motivi di urto.
Tra una barca e una tinozza compare il nostro capitano, grazie al cielo manovra una barchetta perfino con tettuccio, ok mezzo sfondato ma lui gentile mi fa sedere dal lato in cui e` intero per almeno 20 centimetri. Fa l`occhiolino ed uno strano sorriso, piu` una smorfia di dolore diciamo, ma basta pensar male...Infiliamo i giubbotti salvagente, tutti enormi e senza ganci, e partiamo. Han fa ciao ciao con la mano mentre io vorrei gridare AIUTOOOOOOO
Dopo mezzora di danza sincopata approdiamo all`isola che ci ripaga silenziosa di tanta sofferenza. Una meraviglia, uno stupore tale non l`avevo mai provato prima! Sara` che siamo in periodo di bassa stagione quindi in pochissimi a Manukan che e` affascinate e selvaggia, profumata e incantevole. Se mai Salgari fosse stato per davvero da queste parti non so cosa avrebbe potuto scrivere, di certo avrebbe vinto un Nobel.
Dopo un bagno letteralmente in mezzo ai pesci andiamo un po` in perlustrazione dell`isola. Notiamo che una recinzione delimita l`accesso ad una zona retrostante decisamente forestale. Si odono fischi e suoni di animali selvaggi quando improvvisamente ne compare uno. Una sorta di brontosauro, tipo Dino dei Flinstone per intenderci.
Marito dopo aver visto troppi “Quark” negli anni settanta dice che e` una specie di formichiere gigante, in effetti la lingua gli assomiglia solo che si muove tipo un coccodrillo, lento ma con lo sguardo sibillino che rivela anche la capacita` di movimenti velocissimi. Scattiamo qualche foto a mezzo metro di distanza, chiamiamo anche i bambini quando improvvisamente Dino fa uno scatto ed azzanna un pesce da un tavolo! Ok non e` erbivoro, meglio stargli alla larga. Apprendiamo da altri turisti che probabilmente e` scappato dalla riserva, in giro ce ne e` un altro piu` piccolo, “forse e` il piccolo” dice Maria, speriamo sia figlio unico.
(L`avvistamento non e` frutto di un`allucinazione, si tratta del varano, un “animaletto” che puo` tranquillamente staccarti un braccio. Ovviamente lo scopriamo al ritorno in albergo altrimenti col cavolo che gli facevo il reportage fotografico!).

Verso le quattro e` ora di tornare, il capitano e` venuto a chiamarci in spiaggia. Oddio, sfidare di nuovo il mare su `ste quattro assi incrociate mi fa sentire un certo movimento scomposto di budella. Come arriveremo a destinazione tutti e cinque con un mare cosi` piuttosto mosso diciamo? Se all`andata il ritmo era sincopato ora mi sembra che stiamo pogando come ai concerti solo che manca la musica. Ci scontriamo zitti e concentrati spalla contro spalla anche con un signore che ha chiesto un passaggio e io avrei voluto urlargli di NO, che cavolo, e` pure piuttosto in carne ma pareva brutto.
Il barcaiolo e` l`unico sereno e solo ora mi accorgo che ha un occhio chiuso, sguercio, andato. Non fa l`occhiolino, caspita, deve essere cieco, ci mancava solo questa...va beh, non so come ma guidati dal ciclope arriviamo al porto improvvisato ed appena metto piede sulla terra ferma mi lancio letteralmente a copofitto dentro una macchina che grazie al cielo e` quella di Han. Purtroppo pero` prendo male le misure e la calotta cranica urta violentemente contro il tettuccio. La scena e` ridicola e dolorosa da matti al contempo. Grazie al cielo non svengo ma sono preda di una crisi di riso fino all`albergo dove Marito spiega urlando che abbiamo bisogno del ghiaccio perche` sua moglie ha battuto la testa. Le risa isteriche lo hanno spaventato. Non era il caso di spiegarlo proprio a tutti, no?
Da li` in avanti seguono per me giorni di mal di testa atroce, inutile dire che al contattero`il mitico agopuntore!
Il resto della vacanza lo lascio commentare dalle foto...nonostante il dolore non mi abbia lasciato tregua ho impresso nella mente alcune immagini che non dimentichero` facilmente: fiori di colori cosi vividi da fare male agli occhi, un mare con talmente tante sfumature di blu che non potevo immaginare esistesse, pesci senza paura che ti vengono a cercare per esibire la loro bellezza e predominanza nell`ambiente acquatico, persone povere tanto gentili da condividere con te quanto di piu` prezioso posseggono, un sorriso verso il prossimo largo e fraterno dentro il quale si ci sente cullati proprio come nel mare.