Marito
aveva bisogno di staccare la spina, esaurito da un anno di lavoro
senza interruzione, un mese fa ci ha comunicato che senza il miraggio
di una pausa vacanziera stava rischiando di “battere i coperchi”
(per i non piemontish speakers: uscire di testa).
In
effetti il poveretto a Natale ho trascorso meta` dei suoi giorni
immobilizzato nel letto da una forma influenzale che, oltre a
renderlo fuori uso come padre, marito e amico, gli aveva pure fatto
venire il sangue alla testa per il semplice motivo che si e` dovuto
astenere per tutto il periodo dal far bagordi culinari di prodotti
italici!
Inoltre
le vacanze estive dello scorso anno per lui “non sono state
vacanze” mi ha detto una sera. “Ho dovuto fare l`animatore
turistico, l`autista, il traslocatore, ecc..per farvi piacere la
Cina”.
In
verita` non siamo stati semplici ne io ne i bambini lo ammetto e lui
ha mostrato di saper mantenere in rotta la barca anche se, qualche
volta, la tentazione deve esser stata quella di lasciarci andare alla
deriva...solo che ce lo saremmo trascinati dietro, mica poteva
pensare di saltar giu` come Schettino!
In
sostanza ha prenotato una vacanza in fretta e furia, come piace fare
a lui. Meta prescelta: Malesia. Benissimo! Cosi` finalmente potro`
vedere coi miei occhi quei posti meravigliosamente esotici ed anche
un po`umidicci che appiccicavano la camicia bianca al torace di
Sandokan (ero adolescente ai tempi quindi me lo ricordo bene).
Fanciulle,
di lui neanche l`ombra. Non che pretendessi di incontrarlo in
persona, anche perche` non so quanti anni potrebbe avere, ma
sappiate che quel genere di uomo non “cresce” in quella terra.
Neppure uno straccio di erede, pronipote o chesso` io, insomma la
tigre di Mompracen non si e` riprodotto li.
Il
popolo malese maschile e femminile ha lo sguardo mite di una pecora,
altro che tigrotti della Malesia, altezza media di un alunno di
quinta elementare e stazza del como` di mia nonna che ovunque lo
sposti rimane ingombrante.
Mi
scuseranno i malesi ma dovevo chiarire alle mie amiche che ci hanno
prese in giro! Ed ora che si viaggia la verita` vien fuori. Le donne
invece sono tutte bellissime, anche se un po` bassine hanno capelli
neri e lunghissimi e occhi melliflui.
Bene,
il viaggio e` stato bellissimo ed anche imprevedibilmente
avventuroso. Secondo i piani dovevamo partire il sette, venerdi`
sera. Al mattino tardi di giovedi mi chiama marito e con il tono di
una sirena portuale mi urla che spera io abbia fatto le valige perche
il volo e’ alle 0,45. Ma come e`possibile? Nella mia concezione
quella e` giovedi` notte. Va beh, tralasciando le improperie
aggiunge sempre urlando che in Malesia ci sono forti tensioni coi
filippini e che se le stanno suonando di brutto. Il console malese lo
ha chiamato col suo cellulare per avvisarlo che se volevamo partire
dovevamo pero` rimanere all`interno di Kota Kinabalu. Gli scontri
sono ad un centinaio di chilometri da li.
Per
assicurarsi di aver messo le cose in chiaro il console ci scrive
riportando quanto detto al cellulare per filo e per segno aggiungendo
che sta a noi decidere. Sembra piuttosto preoccupato. Che fare?
Chiamiamo
i nostri amici che sono in Asia da un decennio, si attivano
immediatamente come solo un`italiano sa fare, con creativita`. Bene,
chi puo` avere il polso reale della situazione? I cuochi dell`isola.
Certamente ci saranno ristoranti italiani nel Borneo. Telefonano ad
un paio, tale Salvatore e tale Giuseppe. Li svegliano perche` stanno
riposando dopo il lavoro notturno ma al richiamo della parlata
italiana si destano senza alcun problema. Dopo una lunga
consultazione giungono alla medesima risposta.
Il
loro consiglio e` di partire e noi che siamo piu` de panza che di
cervello... partiamo.
Fare
le valige in fretta e furia e` molto meno stressante che avere tutto
il tempo per riflettere su cosa portare. Parti sapendo che non avrai
molte cose e quindi sei rassegnata all`idea che magari se piove avrai
solo le infradito per affrontare le pozzanghere o se tira il vento
non avrai la sciarpa ma un pareo floreale da avvolgerti al collo e
cosi` via...d`altro canto non sei la perla di Labuan e non hai
bisogno dei suoi numerosi bauli no?
Dopo
lo scalo a Kuala Lumpur atterriamo a Kota Kinabalu dove sulla pista
troneggia un enorme aereo militare, dico ai bambini che gli uomini
armati stanno facendo delle esercitazioni e metto su un`espressione
da sfinge di tutto rispetto.
A
parte qualche caccia che sorvola l`isola in continuo nei giorni
seguenti non abbiamo avuto problemi. Abbiamo evitato Sandakan (nome
che ha ispirato a Emilio Salgari la famosa opera scritta interamente
inchiodato alla poltrona del salotto di Corso Casale, Torino,
incredibile!)e qualche giro nell`interno ma tutto sommato abbiamo
visitato parecchio comunque.
A
movimentare un po` la vacanza ci ho pensato io. Ormai mi ero ficcata
in testa che stavamo vivendo un`avventura e quindi ho creato un po`
di pathos, in maniera fantozziana ma questo e` un dettaglio.
In
breve:il terzo giorno facciamo una gita all`isola di Manukan che
dista circa venti minuti di barca da dove siamo noi. Contattiamo un
ragazzo, un organizzatore locale un po` naif, il nome ce l`hanno
suggerito degli amici stati qui qualche mese fa.
Han,
cosi si chiama il giovane baldo dice che non partiremo dal porto
locale. Bene da dove allora? Mah dice ora vediamo...Vediamo cosa
scusa? Mica si improvvisa un porto cosi in quattro e quattro otto.
Sorride sornione e fa un po` di telefonate. “Ok ho trovato la
barca, andiamo ad una altro porto”. Io non ne ho visti di altri,
sara’...arriviamo in una stradina che conduce ad un molo
improvvisato. Si tratta di una serie di lamiere abilmente incastrate
che formano un ponte che conduce ad alcune barchette.
Ado
e` elettrizzato, pieno di energia e spera che il mare si agiti ancora
un po` per rendere la traversata piu` eccitante. Maria salta tra una
lamiera ed un tronco d`albero adagiato nel mare, se non azzecca il
salto si becchera` il tetano, Marito finge sicurezza rispetto alla
scelta di farci organizzare il tour da Han, mentre io e Acciuga siamo
visibilmente preoccupati per non dire terrorizzati alla vista delle
zattere ormeggiate davanti a noi. Scatta il rosario, mentalmente tra
l`altro, neppure sussurrato, perche` qui la maggior parte dei malesi
e` musulmana e siccome sono gia`abbastanza incazzati coi filippini
meglio non dargli altri motivi di urto.
Tra
una barca e una tinozza compare il nostro capitano, grazie al cielo
manovra una barchetta perfino con tettuccio, ok mezzo sfondato ma lui
gentile mi fa sedere dal lato in cui e` intero per almeno 20
centimetri. Fa l`occhiolino ed uno strano sorriso, piu` una smorfia
di dolore diciamo, ma basta pensar male...Infiliamo i giubbotti
salvagente, tutti enormi e senza ganci, e partiamo. Han fa ciao ciao
con la mano mentre io vorrei gridare AIUTOOOOOOO
Dopo
mezzora di danza sincopata approdiamo all`isola che ci ripaga
silenziosa di tanta sofferenza. Una meraviglia, uno stupore tale non
l`avevo mai provato prima! Sara` che siamo in periodo di bassa
stagione quindi in pochissimi a Manukan che e` affascinate e
selvaggia, profumata e incantevole. Se mai Salgari fosse stato per
davvero da queste parti non so cosa avrebbe potuto scrivere, di certo
avrebbe vinto un Nobel.
Dopo
un bagno letteralmente in mezzo ai pesci andiamo un po` in
perlustrazione dell`isola. Notiamo che una recinzione delimita
l`accesso ad una zona retrostante decisamente forestale. Si odono
fischi e suoni di animali selvaggi quando improvvisamente ne compare
uno. Una sorta di brontosauro, tipo Dino dei Flinstone per
intenderci.
Marito
dopo aver visto troppi “Quark” negli anni settanta dice che e`
una specie di formichiere gigante, in effetti la lingua gli
assomiglia solo che si muove tipo un coccodrillo, lento ma con lo
sguardo sibillino che rivela anche la capacita` di movimenti
velocissimi. Scattiamo qualche foto a mezzo metro di distanza,
chiamiamo anche i bambini quando improvvisamente Dino fa uno scatto
ed azzanna un pesce da un tavolo! Ok non e` erbivoro, meglio stargli
alla larga. Apprendiamo da altri turisti che probabilmente e`
scappato dalla riserva, in giro ce ne e` un altro piu` piccolo,
“forse e` il piccolo” dice Maria, speriamo sia figlio unico.
(L`avvistamento
non e` frutto di un`allucinazione, si tratta del varano, un
“animaletto” che puo` tranquillamente staccarti un braccio.
Ovviamente lo scopriamo al ritorno in albergo altrimenti col cavolo
che gli facevo il reportage fotografico!).
Verso
le quattro e` ora di tornare, il capitano e` venuto a chiamarci in
spiaggia. Oddio, sfidare di nuovo il mare su `ste quattro assi
incrociate mi fa sentire un certo movimento scomposto di budella.
Come arriveremo a destinazione tutti e cinque con un mare cosi`
piuttosto mosso diciamo? Se all`andata il ritmo era sincopato ora mi
sembra che stiamo pogando come ai concerti solo che manca la musica.
Ci scontriamo zitti e concentrati spalla contro spalla anche con un
signore che ha chiesto un passaggio e io avrei voluto urlargli di NO,
che cavolo, e` pure piuttosto in carne ma pareva brutto.
Il
barcaiolo e` l`unico sereno e solo ora mi accorgo che ha un occhio
chiuso, sguercio, andato. Non fa l`occhiolino, caspita, deve essere
cieco, ci mancava solo questa...va beh, non so come ma guidati dal
ciclope arriviamo al porto improvvisato ed appena metto piede sulla
terra ferma mi lancio letteralmente a copofitto dentro una macchina
che grazie al cielo e` quella di Han. Purtroppo pero` prendo male le
misure e la calotta cranica urta violentemente contro il tettuccio.
La scena e` ridicola e dolorosa da matti al contempo. Grazie al cielo
non svengo ma sono preda di una crisi di riso fino all`albergo dove
Marito spiega urlando che abbiamo bisogno del ghiaccio perche` sua
moglie ha battuto la testa. Le risa isteriche lo hanno spaventato.
Non era il caso di spiegarlo proprio a tutti, no?
Da
li` in avanti seguono per me giorni di mal di testa atroce, inutile
dire che al contattero`il mitico agopuntore!
Il
resto della vacanza lo lascio commentare dalle foto...nonostante il
dolore non mi abbia lasciato tregua ho impresso nella mente alcune
immagini che non dimentichero` facilmente: fiori di colori cosi
vividi da fare male agli occhi, un mare con talmente tante sfumature
di blu che non potevo immaginare esistesse, pesci senza paura che ti
vengono a cercare per esibire la loro bellezza e predominanza
nell`ambiente acquatico, persone povere tanto gentili da condividere
con te quanto di piu` prezioso posseggono, un sorriso verso il
prossimo largo e fraterno dentro il quale si ci sente cullati proprio
come nel mare.