Non è che mi piaccia rendermi ridicola, affatto. Ma siccome ho deciso di raccontantare un po' di Cina attraverso le esperienze che vivo quotidianamente nel paese dei noodles anche questa volta mi devo esporre al ludibrio.
Bene, o meglio male. Stavo infatti di nuovo un po' maluccio col dolore alla testa da qualche tempo, che per di più dopo le vacanze si è presentato in compagina di un' altra poco simpatica compagna. La fascite plantare! Si concordo, il nome e' curioso e secondo Marito mi piace soffrire di malattie originali a volte incurabili. Sorvoliamo...
Con ben due validi motivi per richiedere l'intervento dell'assicurazione sanitaria stavolta mi sentivo degna di esser presa in carica. Peccato che a me piaccia soprattutto la medicina alternativa e questo non sposi la policy dell'assicurazione sottoscritta dalla nuova svizzer azienda per cui Marito lavora.
Ma tant'è "Happy Wife Happy Life" quindi il coniuge non ha ribattuto più di tanto sul fatto che anche stavolta la dovremo pagare di tasca nostra la terapia.
Non è colpa mia se gli svizzeri stentano a creder che due aghi ben messi tra le caviglie ed uno in mezzo alla fronte ti faccian scender la febbre in men che non si dica o che l'intruglio di funghi neri macerati possa far passare le paturnie anche alla moglie più inferocita del pianeta. Non è' il mio caso, non ancora almeno!
Ora, uno che legge questo blog da un po' di tempo tenderebbe a pensare che mi sia rivolta al dottor Kim o alla dottoressa Zhong di cui ho tessuto le lodi più volte in passato ma non è così. Non che me la sia andata a cercare stavolta ma l'occasione di provare l'ennesimo nuovo medico tradizionale cinese mi è proprio caduta nel piatto.
Stavo infatti parlando dei miei nuovi e vecchi dolori con l'amica vicina di casa giapponese quando guarda caso questa mi dice che il suo german marito aveva appena trovato il sancta sanctorum dei guaritori. Vuoi non provarlo e rischiare di offendere il suggerimento del tedesco?
Neanche a pensarci che mi trovo già al telefono a prenotare la visita da medico/guru tale dottor Xia'.
La famiglia e' un po' perplessa all'idea che la mamma riprenda magari a bere le schifezze puzzolenti e ad assentarsi per la cura ma il fatto che l'ospedale si trovi a pochi minuti da casa gioca un ruolo decisivo, e le distanze non son bazzecole qui a Shanghai, qualunque spostamento si organizzi di effettuare.
Così sabato mattina mi trovo puntuale per il mio trattamento nell'ingresso super bianco marmorizzato dell'ospedale vicino casa. Ad accogliere i pazienti all'ingresso dell'imponente struttura un bancone in radica dietro cui recitano tre simpatiche signorine vestite da infermiere. Che poi lo siano per davvero infermiere sarebbe da verificare ma diciamo che se l'abito fa il monaco loro sono entrate nella parte pur facendo le receptionist.
E qui inizia l'esperienza a tratti alluCINAnte a tratti surreale che non potevo non condividere. La prima si alza e mi sorride, la seconda mi dice benvenuta e la terza mi dice di andare al secondo piano. Ora che in Cina siano in tanti e che tutti abbiano diritto ad uno straccio di lavoro mi era chiaro ma le tre Qui Quo Qua al femminile sono un tantino eccedenti il fabbisogno di qualunque paziente.
Le ringrazio non sapendo bene chi guardare negli occhi ma aggiungo che io devo andare al terzo piano. E mentre mostro il cellulare col messaggio del medico che dice chiaramente "3rd floor " le tre signorine in un improbabile rosa divisa mi attorniano gentilmente prendendomi il telefono dalle mani e iniziando una conversazione tra loro che le vedrà occupate per circa una ventina di minuti al termine della quale compare dal nulla una quarta figura che conclude "grazie signora allora vada pure al secondo piano, abbiamo l'ascensore".
A quel punto provo a ripetere il cognome del medico con un lieve accento diverso, non che sia possibile un gran margine di errore se devi pronunciare una nome di tre lettere ma non si sa mai, tentare non nuoce. Nulla, la mia pronuncia non sortisce nuovi effetti, il volto delle tre rimane impassibile, come paralizzato in una smorfia ebetemente sorridente.
Ora vorrei dire, che l'ascensore lo abbiate lo intuivo, e' enorme, fatto di specchi ed anzi ne avete ben due vedo a circa un metro da me, grazie! Io so che devo andare al terzo piano perché me lo ha scritto il dottore in persona vorrei urlare ma siccome non ho intenzione di star qui fino a lunedì che poi inizia la scuola e devo prepar la colazione ai miei tre figli che al mattino si svegliano ogni giorno come se fossero usciti dal letargo e non so perché ma mangiano come dei dannati, sorrido, gentilmente mi riapproprio del mio telefono e decisa salgo. Ormai non sono più una novizia di questo paese penso tra me e me, so come ci si comporta, bisogna avere spirito di decisione se non si vuol perder tempo in lungaggini inutili.
Faccio come voglio io e vado al terzo piano, sia chiaro.
Le porte dell'ascensore si aprono su un altro mega ingresso che si affaccia su un lunghissimo corridoio buio. Nessuna indicazione o traccia di esser umano nei paraggi. Un po' in ansia e percorro il corridoio sino a quando una fioca luce appare, e' lo studio del dottor/guru Xia'!
Sospiro di sollievo ma per pochi minuti. Compare da sotto la scrivania la segretaria, parla solo cinese. Stava dormendo? Mah...di solito si ripiegano sul tavolo ma magari questa ha abitini diverse, vallo a sapere. Fa una certo numero di telefonate un po' trafelata e poi compaiono incolonnati il dottore con un'altra infermiera che avanzando con passetti piccolissimi come se fosse una geisha lo segue. La faccia del guru e' simpatica, bene. Io parlo in inglese più due parole di cinese e lui mi risponde in inglese. La segreteria traduce il mio inglese al dottore. La scena e' strana. Avete capito bene, lui l'inglese lo sa. Quello che non è chiaro e' come sappia rispondere ma non comprendere...Dal momento che mi si rivolge in inglese dovrebbe capire penso...ma anche questo fa parte del pacchetto Cina. La segretaria, sta poveretta dovrà lavor pure lei no?
Inizio con raccontare del piede, della terribile fascite che da marzo scorso mi tormenta ma subito lui mi ferma. Non la cura. L'infermiera ripete il concetto da lui perfettamente espresso con un inglese più scarso. Sia mai che la licenzino per inefficienza.
Che delusione, eppure avevo letto che per la fascite plantare l'agopuntura poteva essere risolutiva. Va beh, negli anni ho imparato la lezione mai cercar di far cambiare idea ad un cinese durante la stessa conversazione, impossibile. Magari torno la prossima settimana mi metterà gli aghi e voila' sarò guarita. Oggi si vede che di piedi non ne vuol sentir parlare. Non gli va! E dire che avrei pure lo smalto!
Ok allora passo al secondo argomento: la cervicale. Si illumina, e alzandosi con impeto inizia ad arrotolorsi le maniche del camice che rivelano al fondo due manine pallide e minuscole. Sottodimensionate. La mia concentrazione e' svanita, rapita dal particolare di quelle due manine che mi sembrano quelle dei miei figli in adolescenza.
In breve senza neppur accorgermi mi trovo stesa prona con la faccia conficcata nel buco del lettino medico. Le buffe manine ahimè si rivelano tenaglie. Partendo dal palmo della mia mano stesa inerme risalgono per tutto il braccio provocandomi con la digito pressione una serie di scariche elettriche, lievi non dolorose ma strane, mai provato prima questa sensazione di vibrazione interna che si collega alla testa.
Arrivate al collo le manine si arrotolano su loro stesse a mo di pugno e pian piano ma neppure pianissimo salgono fino alle testa e lievemente mi colpiscono. Sto pagando il guru perché mi picchi arruffandomi i capelli? Sono certa che Marito mi dirà che lo farebbe lui volentieri gratis!
Non posso dire di averle prese no, sarebbe eccessivo però è stata un'esperienza surreale. Le nocche premevano il cranio e poi lo lasciavano improvvisamente. La percezione del sangue che fluiva nella testa diventava sempre più visibile. Davvero strano, non saprei che altro aggettivo usare. Chi soffre di mal di testa sa che premendo le tempie si prova talvolta un senso di sollievo. Ecco era un po' così ma faceva anche un po' male e poi bene di nuovo.
Mezzo stordita dall'imprevedibile trattamento al limite del sadismo ma ancora capace di parlare pongo al guru una domanda che a ripensarci ha a dir poco del ridicolo. Si vedranno i lividi?
E lui in tutta naturalezza ma continuando il leggero martellamento sul mio scalpo risponde "sotto i capelli no". Ah beh è già qualcosa. Va avanti così per mezz'ora abbondante, ma dove trova tutta sta forza sto ometto no lo capisco.
Prima di lasciarmi in pace a riposare qualche minuto sotto una coperta il dottor Xia' compie un gesto a metà tra il tenero e l'imbarazzante. Mi sistema i capelli con la delicatezza che si usa con i bambini piccoli e poi scompare.
La segretaria mi dice che lo rivedrò sabato prossimo. Beh ci devo pensare diciamo. Devo capire come va la settimana col mal di testa e metabolizzare l'esperienza ancora un po', condividerla con gli amici e riderci sopra.
Nel frattempo mi conduce verso l'ascensore e la vedo premere decisa il tasto del secondo piano. Le faccio presente che mio marito mi aspetta al piano terra (che qui si chiama primo piano) ma lei imperterrita nel suo sorriso mi dice che il secondo piano va bene per me. Stavolta mi arrendo, andiamo a sto benedetto secondo piano e facciamola finita.
Bene le porte si aprono e scopro che li c'è il centro nevralgico dell'ospedale, tutto un pullulare di pazienti ed infermiere accoppiati uno ad uno. A quel punto mi spiegano che normalmete prima si sale al secondo piano poi si compila il questionario, si paga e solo quando viene assegnata un infermiera inglese parlante si può andare dai medici con l'ascensore apposito che non è affatto quello che ho preso io prima finendo dalla parte opposta dei reparti.
E che cavolo, potevano almeno dirmelo le tre bertucce della reception no?