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giovedì 8 maggio 2014

Educazione omogeneizzata? (Insieme -Comunità marzo 2014)



Ho appena partecipato ad una conferenza, nella scuola dei miei figli, dal titolo che si potrebbe tradurre così: "Esci dalla mia vita! Ma prima potresti  accompagnarmi con Asia al 45' nord?"
Inutile dire che tutto il mondo e' paese, che stiamo interfacciando gli stessi problemi educativi più o meno a qualunque latitudine ci capiti di abitare.
Ma quando è iniziato tutto questo? Direi che dagli anni 70 in avanti l'umanità  ha iniziato a voler rendere sempre più democratica l'educazione. Errore che a questo punto ci costa molta fatica da recuperare. 
Per crescere un individuo democratico dobbiamo passare attraverso delle regole. Non lo dico io ma la nostra amata pedagogia italiana, solo che forse ce la stiamo dimenticando. 
A furia di omogeneizzare tutto non abbiamo più il coraggio di dare ai bambini un pezzetto di regola intera così come capita con la frutta. Meglio un frullato piuttosto che la frutta a pezzetti fino ai tre anni così non si accorge di cosa c'è dentro e non si lagna! O peggio ancora, sentito dire dalle mie orecchie da una maestra della scuola di mia figlia "ok bambini, se non volete fare la fila facciamo almeno  un gruppo ordinato, che ne dite?".
Eppure nello sport non funziona così male. L'allenatore di basket dice a mio figlio e ai suoi compagni cosa devono fare indicando l'obiettivo chiaramente. 10 tiri al canestro per esempio. Non ci sono scorciatoie ne si può fare i furbi facendone 11 e loro ascoltano, eseguono, se tendono ad uscire dalla regola si siedono ai suoi piedi, non giocano più. Neanche un minuto di partita. Sarà che l'allenatore usa spesso il verbo "obey" cioè obbedire? Erano anni che non lo sentivo pronunciare, mi suona desueto ma non oso lamentarmi, anzi mi compiaccio.
Credo sempre più che i bambini abbiano diritto ad avere una disciplina. Lo so che si tratta di una parola fuori moda ma forse oggi più che mai abbiamo bisogno di tornare un po' indietro e di salvare ciò che unito all'amore e all'interesse per l'educazione dei nostri figli crea il miglior nutrimento possibile per crescere.
Chiamiamola disciplina moderna, sostenibile, biologica, se vogliamo e procediamo dritti, senza esitazioni sobillate da un eccesso di psicologismo applicato al l'educazione, certi che l'aver a che fare con delle regole sin da piccoli crea un abitudine col dovere che sara' utile per il resto della vita.
Entrando nel concreto: se i miei figli dovessero scegliere se mangiare un vaso intero di Nutella, lavarsi i denti al mattino, o studiare per tempo in maniera da non dover passare la notte prima dell'interrogazione in piedi non saprebbero fare una scelta intelligente. Eppure sono bambini normali!
Credo sempre più che nel momento attuale l'educazione sia un'emergenza che ci chiama come genitori ed insegnanti a formarci ma anche ad affermarci. 
Usiamo la voce, senza urlare ma con fermezza chiarendo che le regole se non rispettate hanno delle conseguenze immediate, usiamo le mani non per picchiarli ma per fermarli prima che imbrattino un muro,  spingano un compagno, tirino un calcio perché non ha nessun senso leggere sui giornali "Studente tira sassi alla scuola e colpisce all'interno un bidello, i compagni allibiti commentano "Ha fatto una cazzata" . No ragazzi, una cavolata e' tirare un cancellino, nascondere il libro al compagno, copiare un compito in classe, non di certo ferire una persona con un sasso! Qualcuno glielo dice a questi ragazzi? 
Gesù non era tanto molle coi chi voleva andare con lui ed essere educato all'amore, non diceva "se vuoi seguirmi lascia qualche vestito e parti con me" ma piuttosto "lascia tutto quel che hai e seguimi!" Perché non prenderlo a modello educativo?
Spero la prossima volta di potervi raccontare di aver partecipato ad una conferenza educativa intitolata "Asia mi dispiace ma devi andare a casa. E tu, smettila di girare in torno, obbedisci!  Siedi sul divano che ti devo parlare".

5 commenti:

  1. Non posso che dirmi d'accordo. Se non si insegna la disciplina fin da piccoli, difficilmente si diventerà disciplinati da adolescenti o adulti. Poi a volte ci si scontra con un carattere complicato (come il mio primogenito) e non si ottengono risultati immediati, però è giusto provarci e lavorarci sopra.

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  2. A volte non ci è dato di vedere i risultati coi nostri occhi ma di sapere da amici che abbiamo figli capaci di comportarsi in maniera esemplare quando sono fuori casa!
    Vanno benissimo anche i risultati a scoppio ritardato comunque. Benvenuta MammaInOriente :-))

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  3. Penso che l`esser troppo permissivi pensando di dare maggiore libertà ai figli sta provocando (specie in Italia) una società che non si vuole prender le proprie responsabilità e che fa tutto in maniera superficiale ed inefficiente.
    Grazie per questo post

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  4. L'obiettivo non e' facile ma come te ci proviamo! Perché non formiamo un gruppo di genitori senza paura?
    Chi si unisce?

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    1. Cara Simona sono in perfetta sintonia con quanto hai scritto,,,educare a diventare persone "socialmente compatibili" non è sempre facile anzi è difficile.Tu mi conosci e sai quanto ho lottato e lotto per il rispetto delle regole.Per anni sciami di psicologi ci hanno raccontato che no, bisogna spiegare sempre tutto,che le frustrazioni lasciano segni indelebili....balle.... le piccole frustrazioni servono a fortificarti e a superare le difficoltà. A volte mi capita confrontandomi con i miei alunni che mi chiedono spiegazioni su di una mia decisione di rispondere" ho deciso così e non si discute" non è autoritarismo è autorevolezza. I ragazzi anche se sembra il contrario, vogliono adulti autorevoli, dà loro sicurezza. Ognuno faccia bene la sua parte o almeno ci provi.. Io sono stata un genitore che con grande fatica ha cercato di fare del proprio meglio con le parole e con l'esempio e con il pugno di ferro se necessario..........vi garantisco che i risultati nel lungo tempo si sono visti. Smettiamo di parargli il c.......... sempre e comunque, di giustificarli perchè ad un certo punto davvero non distinguono più le cazzate dai gesti delinquenziali

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