Piedi

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Effetti collaterali alla notizia di trasferimento

domenica 26 ottobre 2014

Intervallo



Dunque dove eravamo? Ah si, eravamo fermi ad Agosto quando avevo deciso di iniziare a rallentare il ritmo valzerino della nostra famiglia. Che poi darmi tutta sta responsabilità di fare le cose come se al mattino, suonata la sveglia, caricassi a molla figli e coniuge non mi sembra del tutto carino. Anche a Marito piace il ritmo sincopato, almeno credo... stasera quando torna glielo chiedo, promesso! 
Comunque alla maggior parte di noi madri piace pensare di essere il perno, il fulcro, l' alfa  ed anche l'omega della famiglia. Delirio di onnipotenza? Non credo, e' che  sta  proprio nella nostra natura femminile questo bisogno di organizzare, imprimere uno stile, determinare un ritmo. Anche le mia amiche più miti celano dietro  il sorriso angelico una forza determinante, magari non urlano come me ma sono assai più irremovibili e capaci di determinare l'intero andamento emotivo familiare della giornata. A me sfugge questa capacità ma mi sto allenando per l'anzianità, quando tutti saranno indipendenti saprò dare consigli utilissimi. Per il momento vado un po' a muzzo, volgarmente parlando.
Bene, dicevo che avevo iniziato a rallentare. Poi mi sono dovuta fermare, non una pausetta,  diciamo  piuttosto una pausa forzata "in toto" quindi anche lo scrivere ha subito uno stop. Non per mia volontà ma per malattia. No energy at all ! Non mi sono piaciuti affatto 'sti due mesi e continuo a far fatica ad accettare che il corpo non vada in sintonia con la mente. 
Non so ancora di preciso cosa mi sia successo e come ne verrò del tutto fuori ma diciamo per sommi capi che il processo obbligato  di decelerazione e' partito da una banalissima tonsillite, poi ho avuto una bronchite, poi un' otite,  oggi acufene tipo allarme fisso che suona nell'orecchio andando in risonanza con tv e radio, più laringite di nuovo e linfonodi in palla. In pratica sto raccattando batteri e virus da tutta la Cina! Quando si dice " melius abundare qual deficere"! 
Così sono andata a casa per due settimane e mezzo perché ero davvero esasperata, alluCINAta e bisognosa di cure amicali oltre che medicamentose. 
La pausa forzata non è stata inutile. Non tanto sul profilo medico, dato che sono ancora nel mezzo della battaglia contro un non ancora identificato problema, ma sul piano di consapevolezza personale. 
Non sono riuscita a vedere tutti gli amici perché appunto ero un po' presa tra otorino, osteopata e omeopata ma ho fatto esercizio da subito di gratuita'.  Non avevo nulla da offrire essendo senza energie. Ai pochi che ho visto ho offerto un corpo indebolito e una mente un po' piatta ma ho ricevuto un sacco di doni. Come se fosse Natale ho provato lo stupore e la felicità che proviene dal ricevere qualcosa che ha davvero valore senza averlo chiesto. 

Ho capito che la felicità nasce dalla gratuita' e non il contrario. Mi piacerebbe insegnarlo ai figli questo principio. Chissà se ne saremo capaci?  Ci proveremo perché ripensando alle persone più felici che conosco mi vengono in mente quelle che hanno trovato il modo di essere grate sempre. Non tanto quelle che non hanno attraversato problemi ma quelle che hanno colto l'opportunità di trasformarsi e di continuare a distribuire pensieri di bene e sorrisi a tutti.
Ieri sera whatsppando con un'amica elencavamo appunto i nostri eroi ed eroine viventi concordando proprio sulle stesse persone. Che meraviglia averli incontrati, che doni che sono per noi! Non posso che dire GRAZIE Betta, Enrico, Daniela, Romina, solo per dirme qualcuno....
Quando si è nel dolore si impara la pazienza, si comprende che la modalità per ritrovare la pace e l'equilibrio assomiglia ad una maratona non tanto ad una gara di 100 metri.  
Ora però si tratta di capire come si può imparare la gratuita'. Ho l'impressione che dopo essersi fermati bisogna imparare a osservare. Il tempo della quiete ha un potenziale ricchissimo. Se non lo sprechiamo e' il tempo della riflessione e progettazione.
Questo me lo ha insegnato Polpetta quando ha scoperto la passione per il cucito. Un giorno, mentre vede la nonna alle prese con i buchi delle nostre calze rimane folgorata. Prende l'ago, infila il filo al primo colpo e per mezz'ora non la sentiamo più parlare. E' rapita e concentrata come se dovesse portare a termine l'esame di maturità.  Io sono basita, essendo per natura impedita nello svolgere qualunque attività che richiede capacità nella motricità fine, ammiro questa dote. 
Al termine del lavoro, non solo ha prodotto un ricamo ma ciò che più mi colpisce positivamente  e' il suo dialogo.
"Mamma mentre ricamavo ho pensato che vorrei una famiglia con molti figli."
"Ah bello, e com'è che hai cambiato idea. Tempo fa mi hai detto che ne volevi solo due così era più facile salire in taxi". (Questo e' da quando viviamo a Shanghai il nostro maggior problema relativo agli spostamenti. Siamo cinque più il tassista sei, va da se che ogni volta nascondiamo Polpetta dietro i fratelli e poi ci buttiamo dietro mentre Marito  si siede davanti a fianco al tassista cercando di distrarlo col suo cinese maccheronico).
"Ho cambiato idea perché ho tante cose da insegnare e solo due figli non mi bastano!"

Sarà che la bambina e' figlia di un'insegnante, sarà che è donna e quindi nella sua natura giace temporaneamente sopito il ruolo del donare la vita, sarà che per mezz'ora ha avuto un tempo in cui non ha corso, ballato o recitato ma ha pensato!
Perdiamo tante opportunità perché corriamo. Io sono maestra in questo, stando in casa tanto tempo ho notato che ho comprato più riviste di quante ne potessi leggere, ho accumulato cd musicali degni di un dj solo perché costavano quanto un ghiacciolo, ho stipato negli armadi tagli di stoffa comprati ai mercatini con i quali non ho avuto ancora il tempo di pensare cosa fare. Quello coi gufetti, tipo Naj Oleari, e' davvero improbabile a meno che non si abbiano 14 anni e non corra l'anno 1980, lo ammetto!
Esercitarsi ad esser grati e', come tutte le cose a cui non siamo abituati,  un po' faticoso, implica una decisione. Alcune volte la vita ci offre su un piatto d'argento una situazione che ci porta ed esser riconoscenti, a volte dobbiamo proprio metterci d'impegno e trovare strategie per ricordarci di sorridere.  Metter biglietti appesi per casa e' la mia preferita!
Un esercizio di gratuita'  che mi è venuto naturale fare in Italia sin dalla prima volta che siamo tornati dopo qualche mese di vita in oriente e' stato quello di ringraziare per l'acqua potabile. 
Non è che qui sia imbevibile quella del rubinetto ma è che sembra esser piena di metalli pesanti per cui, per cucinare e lavare le verdure, si comprano, non a poco prezzo, i galloni da cinque litri e si usa il dispenser che è una bella rottura... Non a caso una delle maggiori fonti di discussione a casa nostra tra la prole sorge la sera per chi deve riempire la caraffa, chi la pentola per la pasta, chi il ciotolone in cui laviamo l'insalata. Siamo ancora a questi livelli, ebbene si'!
Nel mezzo di questa burrasca che sta attraversando il mio fisico ho capito che avendo tempo di pensare a quegli eroi viventi di cui parlavo prima e grazie alle chiacchierate  profonde, anche solo telefoniche, con gli amici più cari,  se ci diamo tempo tutti possiamo andare nella direzione della gratuita'. E più si va verso questa meta meno si diventa aggressivi. Meno violenza, meno paura degli altri.  Meno timori più desiderio di condividere. Più desiderio di condividere più gioia!
Che dire per concludere se non un profondo e sincero GRAZIE alla vita per questa pausa. Lo dico con un po' di sforzo, lo ammetto, il non star bene non è congeniale a nessuno credo, ma  lo dico con la fiducia che mi trasmettono quanti prima di me hanno già capito!


8 commenti:

  1. Concordo pienamente con questo post veramente ricco di spunti
    ed aggiungo che forse occorre darsi un intervallo ogni giorno come se fosse una partita di calcio dove non l`intervallo serve a recuperare le energie e a capire cosa hai fatto nel primo tempo della tua giornata e forse a come migliorarti nel secondo tempo e chissa prendersi cura degli altri che giocano con te nella tua vita e capire che forse da soli non si puo vincere la partita correndo da soli, ma forse occorre correre insieme nella stessa direzione e aiutarsi a vicenda per vincere la piu bella delle partita di giocare ogni giorno come se fosse il piu bel giorno della tua vita.
    Buona giornata ma soprattutto Buon Intervallo...

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  2. Waw, non sono molto sportiva ma il paragone e' davvero azzeccato. Chi sei?
    Se mai mi leggesse sarebbe contento Marito, un lettore dal mondo del calcio mi fa guadagnare un sacco di punti!
    Comunque son gia' qui che scalpito...a parole son bravina ma gli intervalli mi piacciono solo se son tanti e brevi. Ci vuole pazienza ed esercizio anche per questo.
    GRAZIE

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  3. Trovare cose positive, in una pausa forzata a causa di un malessere serio...non è da tutti.
    Brava.

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    1. In questo momento barcollo tra la depre e la serenità, grazie al Cielo le amicizie fanno il tifo quindi la bilancia pesa più dalla parte delle gioia!

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  4. Cara Simona, ti capisco bene. la nostra pausa dura ormai da qualche anno... ma sono sicura che non sia tempo sprecato e che stiano maturando nuovi frutti. Con affetto, tuapersempreamica, Enry

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  5. Concordo! Le idee abbozzate prenderanno forma vedrai 😄 e' solo questione di aspettare il tempo giusto...nel frattempo e' impostante lasciare che la mente si arricchisca di esperienze e stimoli. Non tutto il tempo improduttivo dal punto di vista materiale e' tempo vuoto no?
    A Natale !

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  6. La gratitudine è una bella abitudine che ho iniziato a prendere dopo essere uscita dalla depressione....
    Alzarsi la mattina e ringraziare a prescindere da come andrà la giornata lo trovo sempre molto bello... e ringraziare di tutto ciò che è successo durante il giorno prima di addormentarci da serenità.
    A volte abbiamo bisogno di toccare veramente il fondo per accorgerci di quanto siamo "ricchi" e non mi riferisco al denaro....ma a tutto quello che gira intorno a noi, la famiglia, gli amici, il lavoro, etc....
    Anche non sentirsi mai soli è una bella gratitudine...
    Sabry

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  7. Grazie! None ' facile dire certe cose "in pubblico" ma credo facciamo un gran bene a chi pensa di esser il solo ad attraversare periodi di sola salita....l'importante è dare un senso anche alle prove.
    Quando poi si intravede la discesa allora la gioia schizza a mille!!!

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